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03 Feb 2024

Falstaff a Windsor

Alessandro Benvenuti con gli attori di Arca Azzurra in una affascinante rivisitazione del Falsfaff di William Shakespeare

Teatro Comunale Catanzaro

Corso Giuseppe Mazzini, 82
Catanzaro, CZ 88100 Italia

Tel 0961 741241

Sito web www.ilcomunalecz.it

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Dettagli evento

3 Febbraio | 21:00 > 23:00

Organizzatore

AMA Calabria
Telefono: 0968 24580
Email: info@amacalabria.org
Sito internet: www.amacalabria.org

FALSTAFF A WINDSOR
liberamente tratto da Le Allegri Comari di Windsor di William Shakespeare

con Alessandro Benvenuti
e con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Paolo Cioni, Paolo Ciotti, Elisa Proietti

Adattamento e Regia Ugo Chiti
Costumi Giuliana Colzi
Scene Sergio Mariotti
Costumi Giuliana Colzi
Musiche Vanni Cassori

Produzione Arca Azzurra


IN BREVE

Dopo i successi di Nero Cardinale e l’Avaro, si rinnova la collaborazione fra Uto Chiti, Alessandro Benvenuti e gli attori dell’Arca Azzurra per un lavoro dedicato a uno dei grandi personaggi scespiriani, Falstaff. Il drammaturgo tratteggia un profilo perfetto per il grande attore, attingendo tanto ai drammi storici di Enrico IV e Enrico V quanto alla figura farsesca che emerge dalle Allegre Comari di Windsor.
In questo adattamento l’eroe e l’antieroe “resuscita” a Windsor esprimendo, gigione e irridente, la natura del suo personaggio: un’arroganza aristocratica, con un sangue plebeo, popolaresco, che muta dalla rabbia al sarcasmo ma rimane disarmante, quasi patetico, perché non conosce, o non sa, darsi le regole e la consapevolezza dell’età che “indossa”.
Questo Falstaff, per molti aspetti, resta fedele al testo originale delle Comari di Windosr, ne rispetta gli appuntamenti farseschi, si lascia beffare, esce avvilito e percosso dai travestimenti, sembra quasi masochisticamente rimpicciolito, anche se dietro queste mutazioni ribolle la rabbia del personaggio che sembra ancora pretendere il rispetto dovuto all’antico ruolo di cavaliere.
Solo l’ultima beffa, l’ennesimo inganno di un’attesa punitiva nel parco, cambia struttura e andamento narrativo. Il mutamento arriva grazie all’intervento di Semola, un personaggio che fin dall’inizio ha fiancheggiato Falstaff facendosi assumere come paggio: servizievole, irridente, mutevole, inquietante, occupa allusivamente la funzione di fool che solo alla fine (allucinazione o sogno?) assume le vesti e le sembianze del principe Enrico, tornato a bandire Falstaf dal consorzio umano. Niente fate, folletti, fastidi e pizzicotti, ma l’asprezza di una condanna che ribadisce come nell’ordine prestabilito del potere non si trovi posto dove collocare un corpo tanto grande quanto irrazionale e magico.

 

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