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16 Dic 2021

Enrico IV

Uno dei testi iconici del teatro italiano affidato ad un interprete d’eccezione

Teatro Grandinetti Comunale

Via Colonello Cassoli, 45
Lamezia Terme, CZ 88046 Italia

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Dettagli evento

16 Dicembre 2021 | 21:00 > 23:00

Organizzatore

AMA Calabria
Telefono: 0968 24580
Email: info@amacalabria.org
Sito internet: www.amacalabria.org

ENRICO IV
di Luigi Pirandello

con Sebastiano Lo Monaco
con Mariàngeles Torres, Claudio Mazzenga, Rosario Petix, Luca Iacono
e con Sergio Mancinelli, Francesco Iaia, Giulia Tomaselli, Marcello Montalto, Gaetano Tizzano, Tommaso Garrè

Regia Yannis Kokkos
Scene Yannis Kokkos
Costumi Paola Mariani
Luci Jacopo Pantani
Musiche Vanni Cassori

Produzione Associazione SiciliaTeatro – Teatro Stabile del Veneto
Teatro Biondo Stabile di Palermo – Teatro Stabile di Catania


IN BREVE

Una sfida rilevante per l’epoca contemporanea è costruire una società critica, nella quale siano presenti osservatori che sappiano da un lato promuovere una cultura del pensiero e della riflessione e dall’altro prendere decisioni ponderate. La produzione dell’Enrico IV di Luigi Pirandello per la regia di Yannis Kokkos, coniuga e mette a disposizione dello spettatore lo sguardo di uno dei maggiori autori del ‘900 filtrato dalla cultura e dall’esperienza di uno dei più incisivi e stimati registi viventi.
Come è noto infatti Luigi Pirandello ebbe a sviluppare nel suo Teatro i temi, allora nascenti, della psicologia del profondo, riferibili agli studi di Sigmund Freud e alla successiva Scuola di Francoforte. Così, il tema della follia, presente in opere come Il berretto a sonagli e in Cosi è, se vi pare, già interpretate da Lo Monaco, si trasforma in rappresentazione della follia, fino a esibirla.
In fondo, Enrico, per poterla mostrare attraverso una cosciente finzione, deve rinsavire, e mettere a nudo il rapporto tra maschera e smascheramento, recitando la follia ed evidenziando il carattere metateatrale che si può applicare al testo. Per Enrico, la follia è l’unica finzione possibile. Si trasforma in eccentrico buffone per potere urlare agli altri: “Buffoni, buffoni”, mostrando, in fondo, la sua vera malattia che consiste nella malinconia, diventata mania, dopo tanti anni di solitudine.

 

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